Per facilitare la comprensione dei processi, immaginate un fiammifero acceso, che brucia.
- La fiamma produce il calore necessario alla fase di pirolisi.
- Il gas e i vapori bruciano nella zona luminosa intermedia, lasciando indietro il char.
- Quando il fiammifero si spegne, il legno continua a pirolizzare,
- rilasciando fumo composto da goccioline di TAR (catrame) condensate.
Vediamo ora la differenza tra il processo di pirolisi e quello di gassificazione.
- La pirolisi è un processo di decomposizione termochimica che avviene in totale assenza di ossigeno.
- In pratica la biomassa legnosa viene riscaldata da una fonte esterna ad oltre 400 °C, in un ambiente chiuso e privo di aria:
- ed in questo modo non ci sono le condizioni perché si verifichi la combustione.
- Il calore fornito produrrà la scissione dei legami chimici originari della biomassa,
- che andranno a formare molecole più semplici.
Il processo di gassificazione avviene invece a temperature più alte rispetto alla pirolisi (oltre 850 °C)
- ed in presenza di una piccola quota di ossigeno,
- quella necessaria ad alimentare la zona di combustione del reattore.
- Essa fornisce al gassificatore l’energia termica necessaria ad autoalimentarsi ed a sostenere il processo.
COME si usa IL BIOCHAR?
- Il biochar,
- grazie al suo contenuto di carbonio e alla sua porosità,
- risulta essere un potente ammendante per il terreno.
Può essere utilizzato ia terra o in vaso, ovviamente con quantità diverse:
- in campo aperto o nell’orto si può usare fino a 1 kg di biochar per metro quadro (1kg/m2).
- In vaso la quantità di biochar deve corrispondere a massimo al 25% del totale.
Il prodotto si utilizza in più settori:
in agricoltura,
diversi studi dimostrano l’impatto positivo del biochar sulla resa agricola,
- con un miglioramento della fertilità biologica del terreno,
- un minor impiego di acqua e concimi chimici;
- questo comporta un abbattimento dei prezzi per gli agricoltori,
- un minor impatto ambientale e un minor consumo di risorse e di energia.
Si usa anche nel settore florovivaistico;
- la sua azione è prevalentemente quella di rendere sempre disponibili per le piante gli agenti nutrienti di cui hanno bisogno per crescere,
- nello specifico calcio, magnesio, potassio, azoto.
- Il PH del substrato subisce così un incremento e viene migliorata l’abitabilità delle piante.
Il biochar,
- grazie alla sua stabilità nel tempo,
- permette la cattura e lo stoccaggio della CO2.
E' quindi uno strumento molto importante nella lotta al cambiamento climatico.
E' infatti una tecnica carbon neutral
- (il saldo di emissioni in atmosfera è minore o pari a zero),
- ma anche carbon negative (sequestra più carbonio di quanto ne emetta per produrre energia).
il biochar è quindi un prodotto molto particolare,
- può aumentare il rendimento agricolo,
- migliora la salute del terreno e delle piante,
- aiuta la lotta al cambiamento climatico!